gonzokampf::1759381
Alla faccia di non volersi addentrare. Comunque ci terrei a contenere un minimo i termini del discorso, altrimenti ci troviamo a sbrodolare senza confini.
D'accordissimo.
gonzokampf::1759381
Però così si riduce l'opera creativa a merce - non che ciò comporti una degradazione, un'opera può essere anche un bene da scambiare. Prendi per es. tutti quei libri che si ritengono scarsamente fruibili eppure sono considerati a modo loro pietre miliari, come ad es. la Hypnerotomachia Poliphili, o per rimanere ai nostri tempi, Horcynus Horca. Inoltre ci sono delle opere che a fronte del loro successo commerciale rimangono scarsamente fruibili in termini assoluti, come Infinite Jest di DFWallace o le Variazioni Goldberg di Gould.
Aspetta, ho usato il termine "fruibilità" probabilmente in modo improprio. Intendevo semplicemente "accessibilità materiale".
Il fatto che delle opere siano scarsamente fruibili perchè a loro modo volutamente criptiche o troppo complesse per la povera mente del lettore o spettatore medio (categoria alla quale mi ascrivo), non le esclude certo dal novero delle opere d'arte, ovviamente.
gonzokampf::1759381
Ti rendi conto tu stesso che lo status è quantomai relativo, a differenza dell'atto di scrivere (o di cantare, o di recitare).
Diffido degli stati assoluti.
Per esempio potremmo dire che il tuo tizio che canta/non canta nella stanza vuota assume entrambi gli stati cantante/muto finchè un osservatore non sente il suono della sua voce.
Solo in tal caso il tizio decide di appartenere all'universo dell'osservatore ed essere un cantante.
Sto forse motteggiando.
Potremmo rivolgerci al buddismo zen e contribuire con un koan del cantante.
gonzokampf::1759381
Sicuramente non puoi ridurre un'opera alla mera risultante di un sistema di riferimenti vigente in un dato tempo e in un dato spazio
Ho detto forse questo?
Su, non fare l'avvocato.
gonzokampf::1759381
Michelangelo, Leonardo da Vinci
Ma già vedi le differenze.
Il Da Vinci gira per mezza Europa, va a Milano a farsi mantenere da Ludovico col quale si lamenta anche che viene pagato poco. Dipinge, studia, progetta canali e fortificazioni, va via da Mantova perchè non ci sono i soldi veri, fa l'ingegnere per i Borgia, poi va in Francia, seziona cadaveri, dipinge divinamente ma forse più che altro per guadagnare, molla il pennello per inventare il cuscinetto a sfera o una macchina per macinare il porco e farne salsicce.
L'altro, così come ce l'hanno raccontato, madonna bona è tormentato da tutto. Da dio, dal papa, dal proprio corpo, dal corpo altrui, dà a tutti dell'imbecille, rosica per il successo dei colleghi tipo il Sanzio, è ossessionato dalla perfezione formale e alla fine della vita forse simpatizza per la riforma protestante, almeno per quanto riguarda alcuni aspetti della fede.
Voglio dire insomma che generalizzare mi pare imprudente. Certo, l'apprendere la tecnica costa tempo, fatica e dedizione, probabilmente in molti può configurarsi uno stato di ossessione o perfino di nevrosi, ma non credo proprio che da questo ne discenda automaticamente che l'artista debba essere necessariamente un nevrotico perennemente insoddisfatto.
Potremmo pure disfarci dei esempi dell'uno e dell'altro tipo.
gonzokampf::1759381
«Giovedì mattina cacai dua stronzoli non liquidi, e drento nusciva che se fusino lucignoli lunghi di bambagia, cioè grasso biancho»
LOL
Un caso grave di steatorrea, direi.
gonzokampf::1759381
«Martedì feci in casa non so che»
ri-LOL
gonzokampf::1759381
mi riesce difficile immaginare il Pontormo preoccuparsi della recezione delle sue opere
A me no.
L'artista rinascimentale campava di mecenatismo e del resto solo apparentemente il soggetto dell'arte classica o medievale o rinascimentale era prodotto per "il popolo", se non in senso lato.
Il loro pubblico, certo quello da cui tutti - incluso il Pontorno - volevano essere ricevuti, erano i privilegiati, i potenti, i colti ed i ricchi.
Insomma questi prendevano i soldi e solo poi producevano le opere. E avevano problemi continui con chi pagava poco o non pagava. E firmavano contratti a cui poi dovevano attenersi.
Perfino il divino Michelangelo ebbe infinite rotture di coglioni in questo ambito, non ultima la famosa faccenda della tomba di Giulio II.
autostrada con le scale
avocado saponetta
tricipite basket
(allegrodemiurgo)